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Raccolta albicocche


L'albicocca è imparentata con altri frutti simbolo dell’estate come pesche e ciliegie, e la pianta condivide con gli alberi dello stesso genere alcune caratteristiche tipiche, come la delicatezza dei colori e l’abbondanza dei fiori, che ricoprono i rami in primavera prima ancora delle foglie. L’albicocco è originario dell’Asia e dovrebbe avere almeno quattromila anni di storia; a diffonderlo nell’area mediterranea sono stati prima i Romani e poi gli arabi. La pianta è piuttosto resistente anche ai climi freddi, ma poiché fiorisce presto viene coltivata in zone temperate per evitare che il freddo rovini i frutti.

L'albicocca è ricca di vitamina B, C, PP, ma soprattutto di carotenoidi, precursori della vitamina A. Due etti di albicocche fresche forniscono il 100% del fabbisogno giornaliero di vitamina A di un adulto, e sono quindi indicate per favorire la protezione della cute e potenziare le capacità visiva.

L'albicocca è ricca di magnesio, fosforo, ferro, calcio e potassio, facendone un alimento irrinunciabile per chi è anemico, spossato, depresso e cronicamente stanco. Si raccomanda ai convalescenti, ai bambini nell'età della crescita e agli anziani, ma è sconsigliato a chi soffre di calcoli renali.


Occorre ricordare che le vitamine A e C hanno, tra le varie proprietà, anche una funzione antiossidante, quindi contrastano l’azione dei radicali liberi e proteggono l’organismo. Le albicocche non fresche, quindi cotte e sciroppate, candite, disidratate, trattate in altri modi, ovviamente perdono molti dei loro principi salutari, poiché la cottura danneggia soprattutto la vitamina C; le altre sostanze risulteranno in alcuni casi più concentrate, come per le albicocche disidratate; ma attenzione alla quantità di zuccheri, che ovviamente aumenta con alcuni trattamenti, come per le albicocche sciroppate.


I SEMI DI ALBICOCCHE

I semi di albicocca sono un concentrato di benefici per la salute, un po' come i loro frutti. Le popolazioni del Pakistan ne sono conoscenza da tempo e praticamente da secoli ricorrono alle albicocche e ai loro semi come rimedi naturali per la cura della salute. Il popolo Hunza sarebbe il maggior utilizzatore e conoscitore delle proprietà benefiche dei semi di albicocca, oltre che dell'olio ricavato da essi e dei frutti secchi.

I maggiori benefici attribuiti ai semi di albicocca riguarderebbero le proprietà anticancro, sono ricchi di vitamina B17 o amigdalina.

Da fonte Wikipedia

si può dedurre che L'amigdalina, è il più importante dei glicosidi cianogenetici È contenuta nei semi di diverse Rosacee e, in gran quantità, soprattutto nelle mandorle amare, dove è presente in ragione del 2,5-3,5% (quelle dolci ne contengono solo tracce), nei noccioli di pesco (2-3%), albicocco (1%), susino (0,9%), ciliegio (0,8%), melo (0,6%), lauroceraso ecc... Altre parti contenenti questo glicoside sono frutti, foglie, fiori e corteccia di molte piante appartenenti alla famiglia Rosacee. L'amigdalina è un glicoside cianogenetico, cioè capace di liberare acido cianidrico (contenente cianuro), in diverse reazioni chimiche. I glicosidi sono costituiti da una parte zuccherina e da una non zuccherina, detta aglicone.

La medicina ufficiale parla dei semi di albicocca come di un alimento altamente tossico contenente acido cianidrico e la cui assunzione, se eccessiva, potrebbe addirittura portare alla morte.


La vitamina B17 è una vitamina naturale di “seconda linea” che interviene quando le vitamine naturali risultano essere insufficienti a tenere sotto controllo il turn-over cellulare, e cloni di cellule maligne hanno iniziato a formarsi nell’organismo, eludendo, almeno in parte, le difese immunitarie normalmente preposte, in primis nei linfonodi prossimali al tumore, come i linfociti Natural Killer. La storia “moderna” della vitamina B17 iniziò nel 1830, quando due scienziati francesi, Roubiquet e Bontron-Chariand, purificarono per la prima volta una strana vitamina, a cui fu dato il nome di Amigdalina o vitamina B17.

Sette anni dopo, due scienziati tedeschi, Von Liebig e Woehier, scoprirono che questa strana vitamina, normalmente contenuta in tutti i semi della frutta (ad eccezione degli agrumi) poteva essere scomposta da uno specifico enzima, e soltanto da esso, in ioni-Cianuro, Benzaldeide e Glucosio.

"Nel Secondo Secolo Dopo Cristo i medici romani si erano accorti che il cancro era frequente nella popolazione povera di Roma e non di coloro che vivevano nelle campagne, ed avevano messo in relazione questa strana malattia con un’alimentazione troppo proteica e amidacea (legumi iperproteici come le lenticchie e pane povero di cattiva qualità).
Già allora era anche nota a tutti i medici romani la famosa affermazione di Ippocrate di Kos, fondatore della Medicina Classica Occidentale, in merito alle cure del cancro: “…il cancro non si cura con il ferro del chirurgo, ma con la dieta vegetariana e le erbe mediche…
Così come era anche ben nota un’altra grande massima del grande medico greco: “… fa che la medicina sia il tuo cibo, e che il cibo sia la tua medicina…” “

Esistono almeno una dozzina di altri glucosidi cianogenetici (nitrosilidi) simili all’Amigdalina, contenuti in ortaggi, frutta (compresi i limoni), cassava, legumi e cereali; nel libro “Diventa Medico di te Stesso” sono riportate diverse di queste piante ricche di vitamina B17, accanto anche alla menzione di un altro centinaio di vitamine con funzioni simili (induzione di morte in cellule tumorali, senza danno alle cellule sane).


La vitamina B 17 è una molecola stabile, chimicamente inerte e non nociva se assunta nelle giuste quantità appropriate e sotto controllo medico. Il dosaggio iniziale raccomandato nell’adulto è di 4-5 semini amari al giorno se semini amari di albicocca (quantità maggiori o minori se di altro frutto) per la prima settimana, salendo o meno di dosaggio nelle settimane successive, a discrezione del medico.

Quello che la medicina ufficiale si rifiuta di rivelarci è che in realtà, molti anni fa, furono fatte delle interessanti scoperte in merito alle proprietà di questo piccolo e amaro seme. Le mandorle amare e i semi amari contenuti nel nocciolo di albicocca e in generale nel nocciolo di tutti i frutti appartenenti alla famiglia delle Rosacee (prugne, pesche, ciliegie, mele, ecc.), conterrebbero quella che è comunemente nota come vitamina B17, o amigdalina, una vitamina capace di distruggere le cellule cancerogene, senza intaccare minimamente le cellule sane.


Fonte Wikipedia: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Amigdalina">https://it.wikipedia.org/wiki/Amigdalina</a>

Fonte Disinformazione: <a href="http://www.disinformazione.it/VitaminaB17.htm">http://www.disinformazione.it/VitaminaB17.htm</a>


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